lunedì 4 aprile 2011
Fascismo: il culto della violenza!
Il Fascismo al pari del comunismo e del nazismo è stata un ideologia che ha posto la violenza come mezzo di diffusione e di rafforzamento. E' noto che il comunismo attraverso una rivoluzione portava i proletari a capovolgere la dialettica sociale ponendosi al di sopra dei borghesi e istaurando una dittatura del proletariato. Il Nazismo lo stesso: attraverso azioni militari intendeva costruire il Terzo Reich (il primo quello di Carlo Magno e il secondo quello di Bismarck) ed eliminare le "razze" non ariane. Il Fascismo al pari dei suoi "compagni politici" usava la violenza come forma di controllo sociale e come mezzo di affermazione. Non parlerò dei suoi programmi politici ed economici, ma del culto della violenza. Gentile stesso, il massimo ideologo fascista, affermava nel Manifesto degli intellettuali fascisti del 1925 che il manganello è meglio di un sermone: la violenza è un ottimo strumento di controllo politico e sociale. Se non sei dei nostri, vieni picchiato: ecco cosa significa questa frase. Ed è proprio tramite le squadriglie nere che il governo centrale, cioè il Duce, manteneva il suo controllo. Un sistema di controllo sociale molto forte che poteva contare una grande capacità di mezzi umani. A dare questa impronta guerrafondaia a questa ideologia contribuirono una serie di forze culturali e politiche che già sconquassavano il nostro paese. Pensiamo ad esempio agli arditi, un corpo militare che si discinse in una serie si imprese miltari come la presa di Fiume, guidati dal poeta Gabriele D'Annunzio. Oppure citiamo il pensiero di Sorel a cui Mussolini si rifece moltissimo. I Futuristi però furono coloro che fornirono maggior materiale di propaganda ecc. al nascente partito fascista. I loro rapporti però si formarono molto più tardi dalla nascita di questa avanguardia. Nel 1909 si attesta la nascita del futurismo con il Manifesto pubblicato in Francia in cui i futuristi affermano, oltre alle istanze letterarie, che la guerra è la sola igiene del mondo ed esaltano la violenza e la dinamicità della guerra. I primi legami si crearono negli anni venti quando Marinetti divenne amico di Mussolini e in seguito venne da questi nominato Accademico d'Italia all'interno del progetto di riforma culturale dell'Italia. La politica futurista integrò quella fascista donando un tono nazionalista e di conseguenza guerrafondaio. Le grandi imprese del Fascismo e le violenze furono più volte esaltate nelle loro opere. Gli stessi toni dei discorsi che Mussolini faceva affacciato al balcone di piazza Venezia, rispecchiavano gli stili aggressivi dei futuristi: parole di violenza, esaltazione della guerra e del superuomo (esaltazione della razza italiana). Tali parole avevano lo stesso effetto delle opere futuriste: infiammavano gli animi, rendendoli malleabili alla propaganda fascista. La stessa propaganda esaltava il culto della violenza e indovinate un po dova attingeva materiale: dai futuristi. In definitiva si può ben dire che il Fascismo, a differenza di quanto affermano i molti, non è una ideologia non violenta, ma al contrario faceva della violenza la sua arma vincente. Ecco perchè in un periodo di grande diffusione del pensiero liberista e liberale, le ideologie violente non avranno mai un futuro!
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