Articoli

lunedì 28 marzo 2011

Kerouac!


Jack Kerouac ha accompagnato la mia adolescienza da qundo quel fatidico giorno di settembre decisi di leggere un libro che molti avevano dimenticato o catalogato come "eversivo", Sulla Strada. Il susseguirsi delle pagine e dei capitoli costituiva un vero e proprio viaggio che ti catapultava nel contesto sociale di Kerouac e dei suoi amici (Neal Cassady in primis) e soprattuto ti faceva rivivere le esperienze di quel folle scrittore americano degli anni 60. Sia ben chiaro che io non assumo ne droga ne corro come un pazzo su una macchina, ma le emozioni che questi gesti creavano hanno avuto grande attrattiva su di me. La Rout 66 costituiva per me un viaggio verso la libertà sconfinata, verso il rifiuto del sistema, verso il rigetto di tutti i canoni che mi erano stati inculcati (per esempio durante le lezioni di italiano leggevo Kerouac e rifiutavo di seguire la lezione su Leopardi) . Esso era diventato un mito che ad ogni costo volevo raggiungere. Le corse su questa scriscia di terra nera tra i deserti e i monti e le vallate americane; la musica sfrenata di quegli anni; le visioni "mistiche" dopo l'assunzione di droghe ti facevano catapultare in un mondo folle e ricco di vitalità. La Strada veniva personificata (da scout posso ribadire ciò) perchè diventava la maestra che ti insegna a vivere con tutte le difficoltà a cementificare con gli altri per vincere la sofferenza e la solitudine che attanaglia l'uomo. Ti fa conoscere che oltre l'apparenza materiale c'è qualcosa che unisce tutti noi e ci fonde con la Natura. Corse, risse, droghe, musica sfrenata, furti (da non prendere come esempio), ma anche amicizia, amore, solidarietà e pace costituiscono il mix originale e vitale di un cult degli anni 60 che purtroppo pochi conoscono e che secondo me andrebbe riscoperto non come un libro adolescenziale, ma piuttosto come un classico della letteratura moderna che oltre alle sue pieghe "hippy" costituisce un documento sociale di quegli anni vissuti con ansietà e terrore, ma questo è un altro discorso.

Nessun commento:

Posta un commento