Poesia del giorno: Sesso, consolazione della miseria di Pier Paolo Pasolini!
- Sesso, consolazione della miseria!
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- Sesso, consolazione della miseria!
- La puttana è una regina, il suo trono
- è un rudere, la sua terra un pezzo
- di merdoso prato, il suo scettro
- una borsetta di vernice rossa:
- abbaia nella notte, sporca e feroce
- come un'antica madre: difende
- il suo possesso e la sua vita.
- I magnaccia, attorno, a frotte,
- gonfi e sbattuti, coi loro baffi
- brindisi o slavi, sono
- capi, reggenti: combinano
- nel buio, i loro affari di cento lire,
- ammiccando in silenzio, scambiandosi
- parole d'ordine: il mondo, escluso, tace
- intorno a loro, che se ne sono esclusi,
- silenziose carogne di rapaci.
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- Ma nei rifiuti del mondo, nasce
- un nuovo mondo: nascono leggi nuove
- dove non c'è più legge; nasce un nuovo
- onore dove onore è il disonore...
- Nascono potenze e nobiltà,
- feroci, nei mucchi di tuguri,
- nei luoghi sconfinati dove credi
- che la città finisca, e dove invece
- ricomincia, nemica, ricomincia
- per migliaia di volte, con ponti
- e labirinti, cantieri e sterri,
- dietro mareggiate di grattacieli,
- che coprono interi orizzonti.
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- Nella facilità dell'amore
- il miserabile si sente uomo:
- fonda la fiducia nella vita, fino
- a disprezzare chi ha altra vita.
- I figli si gettano all'avventura
- sicuri d'essere in un mondo
- che di loro, del loro sesso, ha paura.
- La loro pietà è nell'essere spietati,
- la loro forza nella leggerezza,
- la loro speranza nel non avere speranza.
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