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giovedì 31 marzo 2011

Poesia del giorno: Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo



      UOMO DEL MIO TEMPO.
    Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno Quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore

Autore del giorno: Milan Kundera


Milan Kundera è nato a Brno, nell'attuale repubblica Ceca il giorno 1 aprile 1929. Suo padre Ludvik era un pianista e lo stesso Kundera da giovane è stato per un breve periodo un musicista jazz. D'altronde, la cultura musicale è sempre stata presente nella sua riflessione e nella sua formazione, avendo studiato sia filosofia che musica a Praga. Si è però laureato nel 1958 presso la facoltà di arti cinematografiche "AMU" dove ha insegnato successivamente letteratura mondiale.
Iscritto, da studente, due volte al partito comunista, nel '48 fu espulso a causa delle sue idee che non seguivano le linee ufficiali del partito. Inoltre, la sua partecipazione al movimento di riforma della "Primavera di Praga" gli costò la cittadinanza cecoslovacca e il licenziamento. Espulso dal suo Paese, si è trasferito in Francia, dove ha insegnato all'Università di Rennes e a Parigi, dove tuttora vive e lavora. Ha comunque continuato a scrivere in ceco (a parte gli ultimissimi romanzi), nonostante che le sue opere fossero proibite in patria, fino al crollo del regime filo-sovietico.
Negli anni della sua formazione, comunque, prima di dedicarsi alla letteratura e al cinema, lavorò anche da manovale. Già negli anni Cinquanta aveva scritto alcune raccolte di poesie, ma ottenne vasto successo con la serie di racconti "Amori ridicoli" (1963, 1964), straordinari per l'ironia corrosiva (anche nei confronti del regime), e la capacità di sviluppare le storie in circoncentrici paradossi.
Nel '62 debutta invece come drammaturgo con "I proprietari delle chiavi", ambientato nel periodo dell'occupazione nazi-fascista. Del 1967 è il suo primo romanzo, il potente "Lo scherzo", satira dolorosa della realtà cecoslovacca negli anni del culto della personalità stalinista. La pubblicazione del romanzo fu uno degli eventi letterari della cosiddetta Primavere di Praga del '68 e il libro vinse anche il premio dell'Unione Scrittori Cechi.
Dopo esordi così promettenti, Kundera ha pubblicato altri bellissimi romanzi, rinvigorendo con la sua prosa la più alta tradizione del romanzo europeo, in specie con l'invenzione tutta kunderiana del saggio-romanzo, consistente appunto in una mescolanza, in una sorta di ibrido della forma saggio con la forma romanzo (di cui si ha un esempio vertiginoso nel "L'immortalità").
Sul piano letterario, questa ibridazione porta l'autore ceco a costellare i suoi romanzi di riflessioni e ricognizioni filosofiche davvero sorprendenti e profonde. Fra gli altri suoi libri, si ricordano: "La vita è altrove", (Premio Medicis come miglior libro straniero pubblicato in Francia), "Il valzer degli addii", "Il libro del riso e dell'oblìo" e soprattutto il romanzo a cui il suo nome è più legato "L'insostenibile leggerezza dell'essere", in cui si fondono mirabilmente storia, autobiografia e intrecci sentimentali. Questo libro, forse anche grazie al suo titolo particolarmente azzeccato ed evocativo, gli ha conferito un'ampia popolarità, testimoniata anche da una, poco riuscita, riduzione cinematografica.
Nel 1981 Milan Kundera ha vinto il Commonwealth Award per la carriera insieme con Tennesee Williams. Ha anche ricevuto il premio Mondello per il testo teatrale "Jaques e il suo padrone" e il Jerusalem Prix.
Come critico e saggista, ha contribuito a diffondere la cultura e gli autori più interessanti del suo paese nell'occidente europeo.

Aforisma del giorno: Samuel Butler


A parte l'uomo, tutti gli animali sanno che lo scopo principale della vita è godersela.




Samuel Butler

Arancia Meccanica: il film che profetizzò la violenza sociale


I Drughi sono un gruppo di ragazzi che sono dediti al consumo di Lattepiù, una bevanta arricchita da droghe, che li da l'impulso a commettere violenza. Costoro sono i protagonisti di Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, un film che ha segnato la storia del cinema e la coscienza dell'opinione pubblica. Quando uscì sollevò un grande clamore per i temi e le immagini molto forti e violente. Nessuno aveva capito che Kubrick stava mettendo in scena il dramma sociale in corso nella società. Ragazzi che sono dediti agli stupefancenti e alla violenza aizzati contro una società che a sua volta li porta a violare la legge per la sua asprità. Un romanzo di Burgess prima poi trasposiuzione cinematografica poi che profetizzò l'avvento di una società malata, dove il nichilismo sembrava avere la meglio. Un film da vedere assolutamente e da aggiungere nella lista dei prossimi dvd da acquistare!

Il Berlusconismo: una macchia che nessuno riuscirà a smacchiare dalle vesti della storia


Ormai Silvio Berlusconi è divenuto il simbolo stesso della nosta nazione. Senza di lui probabilmente non saremmo più noi stessi. Cosa ci sarà dopo Berlusconi? Boh, Silvio ormai è penetrato in ogni aspetto della vita dell'italiano medio. Lo si vede in televisione, sui giornali, su internert, si è "impossessato" di ogni canale di comunicazione. Ma sappiamo veramente chi è Silvio Berlusconi? Conosciamo la sua politica, nota come berlusconismo, conosciamo la sua filosofia di vita?
I più anziani di noi lo ricorderanno come l'uomo che emerse dal fango della prima repubblica, portando con il suo sorriso e con il suo carisma serenità e "amore" dopo i fatti di Tangendopoli. I suoi slogan, le sue battute e le sue mosse lo hanno fatto diventare quello che è: da semplice imprenditore a politico di fama internazionale.
Vogliamo parlare della sua vita? Bene, Silvio nacque nel milanese, a Saronno, nel 1936 da una agiata famiglia borghese. Fece i suoi studi classici al liceo Sant'Ambrosio a Milano e poi si iscrisse, come i migliori cadetti delle famiglie ricche, all'università a Milano, frequentando la facoltà di giurisprudenza. La sua attività di imprenditore fu molto prolifera. Finanziò una serie di attività edilizie come Milano 2 che gli procurarono una serie di inchieste per riciclaggio di denaro sporco (legami con Riina e con la mafia) nonchè la fondazione di Mediaset e l'acquisto della casa editrice Mondadori. Al di là della sua attività imprenditoriare, della sua vita privata e dei suoi guai giudiziari, a noi interessa conoscere la sua politica.

La figura di Silvio ormai campeggia dovunque e sembra di trovarci sempre di fronte al volto del famigerato Grande Fratello di Orwell. Silvio è penetrato in ogni dove fino nel midollo dell'italiano il quale, anche se sinistro, si identifica sempre con lui. La sua figura non conosce paragoni: mai nessuno nella storia della nostra nazione ha conosciuto un livello di prestigio come il suo. Che cos'è il berlusconismo? Il berlusconismo è Lui (Silvio). E' una corrente "filosofica" e politica che ruota intorno a lui. Senza Silvio il berlusconismo non sarebbe più tale. E' uno Spirito Etico come lo chiamerebbe Gentile, perchè in qualche modo ha riformato la vita italiana in ogni suo aspetto. Inutile dire che chi definisce la sua politca come una parentesi in realtà sbaglia! Procediamo quindi ad analizzare nello specifico Silvio e il berlusconismo.

Perchè Silvio ha così tanto successo? Come diceva Huxley nel suo saggio Ritorno al nuovo mondo, un leader per avere successo deve saper sfruttare la psicologia. Infatti dittatori (non paragonabili a Berlusconi) come Hitler e Mussolini usavano strumenti psicologici per attirare consensi ed entusiasmi. Lui fa la stessa cosa: utilizza il carisma per attirare consenso. In primo luogo usa un linguaggio molto "amichevole" per diminuire le distanze con il pubblico, ma nonostante ciò è cortese e colto.
In secondo luogo ha capito la funzione psicologica degli slogan. Propone infatti nei suoi discorsi frasi pragmatiche di grande impatto che, modulate con il tono giusto di voce, hanno grande presa. Ne cito qualcuno:

- L'alternativa alla vecchia politica
- un presidente operaio
- il partito dell'amore
ecc. ecc.

Insomma Berlusconi è uno stratega del linguaggio come molti noti linguisti l'hanno più volte ricordato.alcuni suoi motti sono addirittura diventati degli stereotipi come il "mi consenta" che ha ancora grande presa. E' un presidente che si è sempre definito dalla parte del popolo e lo ha sempre detto e per questo preferisce un dialogo diretto con il pubblico che un semplice comizio.

Passiamo adesso a definire la sua politica e la sua "filosofia". Silvio si è sempre detto liberale e liberista e un "imprenditore al servizio dello Stato". Infatti il suo piano politico si fonda sul concetto si Stato Azienda: il Paese viene amministrato come una società commerciale. Ecco perchè si è sempre dimostrato insofferente per i limiti che la Costituzione impone al premier, limitando di fatto la sua attività di "manager dello Stato". Per ciò gran parte delle sue riforme hanno sempre mirato ad ampliare i suoi potere incontrando l'ostilità dell'opposizione che nega ogni ulteriore ampliamento di potere. I piani economici e politici sono sempre all'avanguardia e di fatto la sua modernità viene ostentata notevolmente dal suo partito, il PDL. Non dimentichiamoci che esso gode anche dell'ammirazione dei cattolici, i quali hanno più volte riconosciuto in Silvio il difensore dei valori cristiani. Simpatie comprate grazie ai fondi che il governo ha versato nelle casse vaticane. Grande ammirazione per la sua politica viene da molti leader esteri: dal presidente Obama fino ad arrivare ai capi di stato asiatici. Da grande azienda statale che l'Italia deve essere non può mancare un riconoscimento internazionale. Quindi a mio viso il berlusconismo fa leva sul concetto di modernità, sui valori della tradizione e sull'internazionalità (non intesa nel senso comunista).


Questo breve articolo sintetizza (spero) una grande fetta della storia politica del nostro Paese. Comunque continuerò a parlare in questo blog di Silvio approfondendo altri aspetti o aggiungendo qualcosa di nuovo a questa nota.

La vita alienata nei consumi e nella tv: SuperWoobinda


Sommersi dalle merci, dal consumismo sfrenato, dalla pubblicità, dai prodotti  l'uomo del nuovo millennio ha smarrito la sua bussola. Vive in un mondo fatto di alta tecnologia che lo fa vivere in una vera e propia dimensione ipertecnologica dove la fantasia si mischia con la realtà portando i più deboli a diventare personalità alienate. I personaggi che popolano le storie della raccolta SuperWoobinda di Aldo Nove sono uomini e donne, ma anche ragazzi e adolescenti pervasi da una profonda pazzia. Sono soggetti altamente pericolosi che non riescono a separare il vero dal falso, la pubblicità, i film e la tv dalla vita reale. Celebre è l'incipit del primo raggonto: "ho ammazzato i miei genitori perchpè utilizzavano un bagnoschiuma assurdo, Pure & Vegetal". Ogni racconto è lo scorcio di una delle personalità alienate attratte dal consumismo e dalla spazzatura dell'Industria Culturale che popolano gli anni 80 e 90, am anche i nostri giorni. Quindi poche parole e più fatti: leggete questo stupendo libro di uno dei più celebri autori italiani, Aldo Nove.

Il boomerang che fa tanto paura agli Usa


Il titolo di questo articolo può sembrare sciocco a prima vista. Perchè un boomerang dovrebbe spaventare un colosso mondiale come gli Usa? Che sia un boomerang dai superpoteri in grado di distruggere l'esercito americano? No! Il boomerang di cui sto per parlare è un arma politica: una serie di decisioni che si sono rivolte contro e che hanno minato la stabilità dell'Impero. Se aprite i quotidiani potrete leggere che la Nato e soprattutto gli Usa sono indecisi se dare armi e rinfozzi umani ai ribelli libici. Perchè questa indecisione? Cosa blocca una decisione di così vitale importanza? A spaventare così tanto gli alleati sono una serie di boomerang politici che come ho accennato prima si sono rivolti contro le potenze (gli Usa in primis) che le hanno fatte. Gli americani hanno nel corso della loro storia combattuto guerre, am molte volte in terza perosna, cioè hanno mobilitato altri a loro posto e li hanno riforniti con mezzi e uomini. Tutto ciò è stato compiuto senza però sospettare minimamente che i loro "compagni di guerra" avrebbero potuto ribellarsi e attaccarli in futuro. Riporterò di seguito gli episodi più importanti.

1) Gli Usa nel 1979 intervennero a fianco dei mujahiddin afghani che combattevano per resistere all'invasione dell'Urss. Gli americani non si impegnarono in prima persona nelle operazioni militari, ma rifornirono i ribelli di armi e inviarono agenti dei servizi segreti per addestrare la guerriglia. I risultati: l'Urss venne sconfitta, ma le armi che gli Stati Uniti avevano dato agli afghani caddero nelle mani dei fondamentalisti, gli stessi mujahiddin, i quali molti anni dopo nel 2011 dichiararono guerra santa contro gli infedeli (Usa in primis).

2) Durante la seconda guerra mondiale gli alleati rifornirono di armi le resistenze europee contro i tedeschi. In Italia i rifornimenti vennero fatti con parsimonia, non per risparmiare, ma per evitare che le armi cadessero nelle mani dei partigiani rossi. In questo caso furono più attenti.

3) Dopo la rivoluzione cubana, i servizi segreti americani fornirono di armamenti gli anti castristi, i quali persero miseramente nella famosa battaglia della Baia dei Porci. Uno dei tanti flop americani.

4) Addirittura uno di questi boomerang per poco non  fece vacillare la poltrona presidenziale e il malcapitato era Reagan. Infatti aveva rifornito le Contras del Nicaragua (unità controrivoluzionarie che combattevano il governo nazional - comunista di Sandino) di armi e uomini violando un emendamento del 1984 con la quale l'Onu vietava di vendere armi ai ribelli. Per poco Reagan non perse la poltrona, anche se gli Usa vennero condannati per questa violazione.

5) Secondo voi con quali soldi hanno potuto comprare le armi per il Nicaragua? Facile, con i denari derivati dalla vendita di tecnologie e armamenti in Iran e Iraq, paesi che poi scesero in campo contro l'Impero.

6) Infine ricordiamo l'episodio che tutti gli americani vorrebbero dimenticare: la guerra nel Vietnam. I servizi segreti rifornirono di armi i ribelli del Sud contro il regime comunista del Nord. L'obbiettivo era quello di utilizzare gli stessi vietnamiti per battere i loro fratelli. Quali furono i risultati? Un immenso massacro di cui non benificiò a nessuno.

Ecco questa è una parte dei misfatti degli Usa che prima vendono armi ai loro potenziali nemici e poi piangono! Per questi motivi gli alleati sono ancora indecisi se dare armi ai ribelli e intanto la loro indecisione (che ha bloccato gli attacchi aerei) sta mietendo vittime in Libia.

Poesia del giorno: O capitano! Mio capitano di Whalt Whitman



O capitano! Mio capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l'ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,
Gli occhi seguono la solida chiglia, l'audace e altero vascello;
Ma o cuore! cuore! cuore!
O rosse gocce sanguinanti sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

O capitano! Mio capitano! àlzati e ascolta le campane; àlzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
Qua capitano! padre amato!
Questo braccio sotto il tuo capo!
È un puro sogno che sul ponte
Cadesti morto, freddato.

Ma non risponde il mio capitano, immobili e bianche le sue labbra,
Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
Rive esultate, e voi squillate, campane!
Io con passo angosciato cammino sul ponte
Dove è disteso il mio capitano
Caduto morto, freddato.

Aforisma del giorno: George Washington


Preparare la guerra è l'unico modo per mantenere la pace. 


George Washington

Autore del giorno: Cesare Pavese


Cesare Pavese nasce il 9 settembre 1908 a Santo Stefano Belbo, paesino delle Langhe in provincia di Cuneo, dove il padre, cancelliere del tribunale di Torino, aveva un podere. Ben presto la famiglia si trasferisce a Torino, anche se il giovane scrittore rimpiangerà sempre con malinconia i luoghi e i paesaggi del suo paese, visti come simbolo di serenità e spensieratezza e come luoghi dove trascorrere sempre le vacanze.
Una volta nella città piemontese di lì a poco il padre muore; questo episodio inciderà molto sull'indole del ragazzo, già di per sé scontroso e introverso. Già nell'età dell'adolescenza Pavese manifestava attitudini assai diverse da quelle dei suoi coetanei. Timido ed introverso, amante dei libri e della natura, vedeva il contatto umano come il fumo negli occhi, preferendo lunghe passeggiate nei boschi in cui osservava farfalle e uccelli.
Rimasto dunque solo con la madre, anche quest'ultima aveva subìto un duro contraccolpo alla perdita del marito. Rifugiatasi nel suo dolore e irrigiditasi nei confronti del figlio, questa comincia a manifestare freddezza e riserbo, attuando un sistema educativo più consono ad un padre "vecchio stampo" che a una madre prodiga di affetto.
Un altro aspetto inquietante che si ricava dalla personalità del giovane Pavese è la sua già ben delineata "vocazione" al suicidio (quella che lui stesso chiamerà il "vizio assurdo"), che si riscontra in quasi tutte le lettere del periodo liceale, soprattutto quelle dirette all'amico Mario Sturani.
Il profilo e le ragioni del temperamento pavesiano, segnato da profondi tormenti e da una drammatica oscillazione fra il desiderio di solitudine e il bisogno degli altri, è stato letto in più modi: per alcuni sarebbe il fisiologico risultato di un'introversione tipica dell'adolescenza, per altri la risultante dei traumi infantili sopra richiamati. Per altri ancora vi si cela il dramma dell'impotenza sessuale, forse indimostrabile ma che trapela in controluce in alcune pagine del suo celebre diario "Il Mestiere di vivere".
Compie gli studi a Torino dove ha come professore al liceo Augusto Monti, figura di grande prestigio della Torino antifascista e al quale molti intellettuali torinesi di quegli anni devono molto. Durante questi anni Cesare Pavese prende anche parte ad alcune iniziative politiche a cui aderisce con riluttanza e resistenza, assorbito com'è da problematiche squisitamente letterarie.
Successivamente si iscrive all'Università nella Facoltà di Lettere. Mettendo a frutto i suoi studi di letteratura inglese, dopo la laurea (presenta la tesi "Sulla interpretazione della poesia di Walt Whitman"), si dedica a un'intensa attività di traduzioni di scrittori americani (come ad esempio Sinclair Lewis, Herman Melville, Sherwood Anderson).
Nel 1931 Pavese perde la madre, in un periodo già pieno di difficoltà. Lo scrittore non è iscritto al partito fascista e la sua condizione lavorativa è molto precaria, riuscendo solo saltuariamente a insegnare in istituti scolastici pubblici e privati. Dopo l'arresto di Leone Ginzburg, un celebre intellettuale antifascista, anche Pavese viene condannato al confino per aver tentato di proteggere una donna iscritta al partito comunista; passa un anno a Brancaleone Calabro, dove inizia a scrivere il già citato diario "Il mestiere di vivere" (edito postumo nel 1952). Intanto diviene, nel 1934, direttore della rivista "Cultura".
Tornato a Torino pubblica la sua prima raccolta di versi, "Lavorare stanca" (1936), quasi ignorata dalla critica; continua però a tradurre scrittori inglesi e americani (John Dos Passos, Gertrude Stein, Daniel Defoe) e collabora attivamente con la casa editrice Einaudi.
Il periodo compreso tra il 1936 e il 1949 la sua produzione letteraria è ricchissima.
Durante la guerra si nasconde a casa della sorella Maria, a Monferrato, il cui ricordo è descritto ne "La casa in collina". Il primo tentativo di suicidio avviene al suo ritorno in Piemonte, quando scopre che la donna di cui era innamorato nel frattempo si era sposata.
Alla fine della guerra si iscrive al Pci e pubblica sull'Unità "I dialoghi col compagno" (1945); nel 1950 pubblica "La luna e i falò", vincendo nello stesso anno il Premio Strega con "La bella estate".
Il 27 agosto 1950, in una camera d'albergo a Torino, Cesare Pavese, a soli 42 anni, si toglie la vita. Lascia scritto a penna sulla prima pagina di una copia de "I dialoghi con Leucò", prefigurando il clamore che la sua morte avrebbe suscitato: "Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi".

mercoledì 30 marzo 2011

Aforisma del giorno: Woody Allen


I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale.


Woody Allen 

Autore del giorno: Paul Verlaine


Nato nel 1844 in una famiglia agiata della piccola borghesia provinciale di Metz, cominciò fin da ragazzo a scrivere poesie ed entrò in contatto con i circoli poetici contemporanei. Si rivelarono in quegli anni alcuni tratti della sua complessa personalità, manifestando una sorta di dualismo che lo spinse ora verso delicate effusioni del sentimento, ora verso improvvise brutalità. Nei Poèmes saturniens (Poemi saturnini, 1866), ad esempio, è evidente l’influsso “maledetto” di Baudelaire, mentre nelle Fêtes galantes (Feste galanti, 1869) traspare una delicatezza quasi settecentesca, ispirata ai quadri di Watteau, pervasa da un’inquietudine decadente.
Il matrimonio con Mathilde Mauté de Fleurville, combinato dalla madre nel tentativo di sottrarlo alla “bohème”, gli ispirò i versi di La bonne chanson(1870); tuttavia il matrimonio non durò, minato dagli eccessi del poeta e infine travolto dalla sua tormentata relazione con il giovane poeta Rimbaud. Nella raccolta La bonne chanson nella quale Verlaine cantò, illuso, l’equilibrio e la pace raggiunti con l’amore e il matrimonio.
La tempestosa relazione con Rimbaud si concluse tre anni dopo in Belgio con il colpo di pistola che Verlaine sparò al giovane poeta quando questi decise di rompere il legame. Le conseguenze non furono tragiche, ma Verlaine venne incarcerato a Bruxelles e successivamente a Mons.
Queste circostanze contribuirono a una profonda crisi religiosa espressa dall’autore in Romances sans paroles (Romanze senza parole, 1874).
Scontata la pena insegnò per qualche anno all’estero e diventò agricoltore manifestando pentimento e buoni propositi (Sagesse – Saggezza, 1881). Ricadde tuttavia in disordini di ogni tipo, cedendo anche all’alcoolismo. Ritornato a Parigi divenne figura di primo piano del nascente decadentismo e del pre-simbolismo.
Tornò a Parigi, dove la raccolta Sagesse gli stava procurando fama e un posto di rilievo nel dibattito culturale di fine secolo. Collaborò a varie riviste; nell'importante raccolta di saggi e articoli Nel 1844 pubblicò la raccolta di saggi Les poètes maudits (I poeti maledetti) in cui esaltò i poeti oscuri e irregolari, decisi a confinarsi tra rivolta ed emarginazione: Rimbaud, Mallarmé, Corbière, Villiers de l'Isle-Adam e se stesso (dietro l'anagramma di Pauvre Lelian), e una serie di poesie in cui si alternano la vena religiosa (Liturgies intimes – Liturgie intime, 1892; Elégies - Elegìe, 1893) e quella crudamente erotica (Parallèlement – Parallelamente, 1889; Chair – Carne, 1896); versi squisitamente spirituali (Bonheur – Felicità, 1891) e versi diabolicamente ambigui (Chansons pour elle – Canzoni per lei, 1891).
Trascinò gli ultimi anni della sua vita da un ospedale all'altro, tra miseria e relativo benessere, a seconda della fortuna del momento. Morì povero, in un ospedale di Parigi. Preludendo a certe tendenze del simbolismo, Verlaine lavorò sulla musicalità del linguaggio, cercando di evocare invece che descrivere, di tradurre le sensazioni in puro suono, di dissolvere la realtà in una sensibilità morbosa e suggestivamente sfocata, in un respiro febbrile e vibrante.

Poesia del giorno: Sesso, consolazione della miseria di Pier Paolo Pasolini!




Sesso, consolazione della miseria!
 
Sesso, consolazione della miseria!
La puttana è una regina, il suo trono
è un rudere, la sua terra un pezzo
di merdoso prato, il suo scettro
una borsetta di vernice rossa:
abbaia nella notte, sporca e feroce
come un'antica madre: difende
il suo possesso e la sua vita.
I magnaccia, attorno, a frotte,
gonfi e sbattuti, coi loro baffi
brindisi o slavi, sono
capi, reggenti: combinano
nel buio, i loro affari di cento lire,
ammiccando in silenzio, scambiandosi
parole d'ordine: il mondo, escluso, tace
intorno a loro, che se ne sono esclusi,
silenziose carogne di rapaci.
 
Ma nei rifiuti del mondo, nasce
un nuovo mondo: nascono leggi nuove
dove non c'è più legge; nasce un nuovo
onore dove onore è il disonore...
Nascono potenze e nobiltà,
feroci, nei mucchi di tuguri,
nei luoghi sconfinati dove credi
che la città finisca, e dove invece
ricomincia, nemica, ricomincia
per migliaia di volte, con ponti
e labirinti, cantieri e sterri,
dietro mareggiate di grattacieli,
che coprono interi orizzonti.
 
Nella facilità dell'amore
il miserabile si sente uomo:
fonda la fiducia nella vita, fino
a disprezzare chi ha altra vita.
I figli si gettano all'avventura
sicuri d'essere in un mondo
che di loro, del loro sesso, ha paura.
La loro pietà è nell'essere spietati,
la loro forza nella leggerezza,
la loro speranza nel non avere speranza.
 

Holden, chi era?


Chi era il giovane Holden? Ve lo siete mai chiesti se avete letto l'omonimo libro di J. D. Salinger? Beh, io si e ho provato a dare una risposta a questa domanda approfondendo il periodo storico e sociale in cui venne scritto questo romanzo, idolo degli anni 50. 
Prima di tutto è indispensabile conoscere il periodo storico in cui Salinger compose il Giovane Holden. Siamo negli anni 50, pochi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale che, nonostante la vittoria americana, aveva sconquassato gli equilibri interni. Infatti come tutti sappiamo, questi anni sono noti come Guerra Fredda, ossia una serie di ostilità giocate sul piano psicologico senza scendere sul campo di battaglia. La gioventù americana stava vivendo anni di grande prosperità e di prestigio. Una nuova epoca si stava affacciando in quel momento e i teenager furono i primi a capire che ormai le istanze del periodo prima della guerra erano ormai decadute. L'"antica" educazione non poteva reggeri i ritmi del progresso, poichè era una morale molto forte che si rifaceva ai primi puritani giunti nel nord America. Per cui gli adolescenti iniziarono a vivere un profondo malessere, delle nevrosi dovute all'incoliabilità di una morale rigida impartita dalla famiglia e le istanze del mondo moderno che invece richiedevano "libertà". Ecco perchè si ebbero tanti piccoli Holden o meglio noti come Hipster, ossia ragazzi che sfidavano la società vivendo in maniera dissoluta: alcool, sesso e droga. Questa è la famosa generazione bruciata rappresentata nel famoso film di James Dean, Gioventù Bruciata. Una gioventù che rifiutava il mondo rigido dei genitori e attraverso bravate cercavano il rischio e l'emozione per rompere l'apatia e la tensione costante in cui si ritrovavano a vivere. Non ci dimentichiamo che era in corso la Guerra Fredda con la minaccia atomica e da poco il senatore MacCarthney aveva dato avvio ad una spietata caccia ai cosiddetti "amici del comunismo". Questo mix di cose e di eventi fece si che le generazioni dopo la guerra furono definite come Bruciate o Hipster o successivamente Beat (questo però riguarda gli anni 60 maggiormente con la contestazione). E' facile quindi fare un paragone tra il giovane Holden che fugge dal collegio e vagabonda per la città e i giovani hipster di quegli anni che analogamente sfogavano la propria rabbia e delusione con atti "amorali". La delusione per il fallimento dei loro ideali e la rabbia per un mondo "adulti" che non permetteva vie di sfogo, portarono più avanti negli anni a quel vasto movimento mondiale che modificò gli assetti culturali e che è noto come movimento della contestazione. Questo però è un argomento che affronterò un'altra volta!

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.



Questo è l'Articolo 7 della nostra Costituzione, lo Stato stesso, poichè essa definisce che cosa è l'Italia e come funziona. Il Nostro Paese è uno stato Laico, cioè nessuna confessione cristiana o qualunque altra religione devono imporsi sulle altri e proporsi come guida dello Stato. Ciò però non toglie che le varie religioni e confessioni devono essere rispettate e anzi evitare che possano entrare in conflitto di interessi e minare la stabilità del paese. Come disse il premier spagnolo Zapatero in un suo discorso, le leggi di uno Stato vanno fatte secondo il volere popolare, non a piacimento, cioè se sono conformi o no al pensiero di qualche leader religioso. Infatti una legge prima di essere approvata deve essere messa al voto popolare. Leggi "calde" come quelle sull'aborto o matrimoni gay necessitano di un referendum per essere leggittimate. Questo è  il principio fondamentale per uno stato democratico: nessuna lobby economica, politico o religiosa deve minare la democrazia. Tutto ciò è stato realizzato in concreto? No: ancora una volta le lobby religiose hanno bloccato ogni tentativo di laicità dello Stato. Inoltre queste stesse "congreghe" non rispettano neanche il volere di tutti i credenti: molti sono laici o addirittura vogliono che la loro religiosi si estraniasse dalla politica.

Se il popolo sceglie di leggittimare i matrimoni gay perchè una minoranza vuole impedire ciò, nonostante il voto popolare è stato favorevole? Perchè se si vuole fare una legge sull'aborto e il popolo la fa attuare, ci sono persone che ricorrono a mille appigli per bloccarla?

Questo è una delle gravi incoerenze che affligge il nostro Stato così come gli altri. Con la fine del governo di Zapatero l'ultimo Stato veramente laico cesserà di esistere.  


L'epica del XX secolo: Il Signore degli Anelli.


Quando lessi il Signore degli Anelli venni immediatamente catapultato in un mondo parallelo, popolato da strane creature e da eroi che nel nostro mondo sembrano da tempo scomparsi. Cavalieri, regni, tiranni, orchi, principesse, nani, elfi e molto altro ancora ti fa rivivere ere leggendarie e fantastiche dove la parola d'ordine è Pace e Amore contro il Tiranno, Sauron, il quale devasta ogni cosa ed è solo portatore di Male. Cavalieri, nani ed elfi, nonostante le loro differenza, si uniscono in una battaglia epica contro il Male in nome di un mondo nuovo. Battaglie, cavalcate epiche, assedi inimmaginabili, ma anche il susseguirsi delle valli, di mondi altissimi e paesaggi collinari fanno da sfondo a queste gesta. La Compagnia dell'Anello è l'unica speranza di salvezza del mondo attanagliato dalle tenebre: la loro missione è proteggere il giovane Hobbit, Frodo, che deve distruggere l'Anello per poter neutralizzare il potere oscuro di Sauron. Un viaggio epico segnato da amicizia, sincerità e amore, ma anche da conflitti e sofferenze che non faranno altro che crescere la coesione del gruppo e lo spirito di questi impavidi guerrieri. La speranza accompagna tutto il libro infondendoti un profonde senso di ottimismo per un mondo migliore che oggi sembra impossibile che esista. Non bastano poche righe per descrivere un opera così sublime: bisogna solo leggerlo per capirlo a fondo. Buona lettura!
Amore

Ha schiuso le Porte del mio Animo
Le ha buttate giù
Le ha scardinate
Se le è portate via
adesso non ho più protezione
sono investito dal Fiume.
Amore, questo e molto altro
mi hai fatto!

Un viaggio nel cuore nero dell'umano: Apocalypse Now, il film che ha segnato un epoca.


Ve lo ricorderete sicuramente la scena iniziale con la musica dei The Doors (precisamente il brano The End) che fa da sottofondo al volo degli elicotteri in assetto da guerra. E l'elica di uno degli elicotteri che man mano diventa l'elica di un ventilatore che rinfresca il capitano Willard, assorto nei suoi incubi di guerra. Ecco questo che sto descrivendo è una delle scena classiche del cinema mondiale: l'inizio di uno dei film più belli che si ricordi, Apocalypse Now del regista americano Coppola. Il film che tutti penso conosciate si costruisce interamente sulla struttura di un classico della letteratura, Cuore di tenebra di Conrad. Il tema centrale è la follia che prende l'uomo in situazioni drammatiche o meglio che è parte propria di esso. La trama è molto semplice: un gruppo di marines guidati dal capitano Willard deve discendere il fiume Nung per entrare nel cuore tenebroso della giungla della Cambogia e uccise il colonello Kurtz (Marlon Brando), il quale preso dalla pazzia ha radunato un suo esercito per muovere guerra contro tutti. Oltre alle varie scene stupefacenti (ad esempio l'assalto al villaggio vietcong con sottofondo la Cavalcata delle Valchirie di Wagner) l'aspetto che mi prende di più è il Fiume. Rappresenta nella mia visione il viaggio che l'uomo fa dentro la propria coscienza (infatti man mano che il gruppo avanza la natura si fa sempre più aspra) per raggiungere il suo "cuore di tenebra", ossia la sua parte malvagia, che prende forma nella persona del colonello Kurtz. Il compito del capitano Willard è quello di uccidere il traditore e questo gesto "patriottico" in realtà può essere letto come un gesto rituale: ossia l'uomo che impugna un pugnale e "uccide" la propria pazzia, ferendosi lui stesso (Willard uscirà dalla guerra scolvolto e provato). Il punto che ho evidenziato in questo articolo è per me il perno intorno al quale ruota il film, ma anche il romanzo (che consiglio a tutti di leggere), ma Apocalypse Now è un capolavoro che ha in se mille significati che richiederebbero moltissime pagine di critica. Non bastano mille pagine di critica per descriverlo e farlo rivivere: serve anche gustarselo seduti al cinema o in poltrona a casa propria. Quindi che aspettate: affittate il dvd e gustatevi in pieno questo capolavoro del cinema americano!

martedì 29 marzo 2011

Addio alle Armi: il romanzo che minacciò la politica del Duce.


Addio alle Armi, il romanzo dei primi passi di uno dei più grandi autori della letteratura americana: Ernest Hemingway. Uomo dalle grandi capacità giornalistiche e letterarie che gli valsero nel 1954 il Premio Nobel per la Letteratura. Avventuriero, uomo dal grande fascino nonchè amante delle donne, le cui storie d'amore costituiscono la cornice dei suoi romanzi più celebri. Questo era Hemingway: un uomo di mondo e amante della vita fino al punto di suicidarsi nel 1961 a causa della vecchiaia che lo aveva privato di tutto. Parliamo però di una delle sue prime opere: Addio alle Armi. Romanzo apprezzato in tutto il mondo e purtroppo conosciuto troppo tardi nel nostro Paese. Le ragioni di questo ritardo sono molte: politiche soprattutto. La trama del libro è molto semplice: Frederic Henry (l'autore stesso), un giovane soldato americano che partecipa alla Grande Guerra, si ritrova nella disfatta di Caporetto. Ferito viene portato a Milano, dove in un ricovero conosce una giovane infermiera, Chaterine Barkley. Tra i due nasce un vivo amore che porta il protagonista a fare delle scelte molto attuali e forti per poter vivere in pace con la sua giovane amante. La trama è quella di un banale romanzo d'amore, ma non lo è poichè in esso si intrecciano altri temi molto più importanti: tra i più rilevanti troviamo quello ad esempio dell'antimilitarismo o addirittura quello della morte. Ed è proprio l'antimilitarismo che ha portato questo romanzo ad essere pubblicato solo nel 1948 nel nostro Paese. Mussolini vietò di tradurre e vendere questo romanzo che trattava di temi scottanti come già citato su e soprattutto la disfatta di Caporetto che non doveva minare l'animo bellico degli italiani. La nota giornalista Fernanda Pivano nel 1943 tradusse questo romanzo per prima, ma questo gesto "di sfida" gli costò il carcere a Torino. Un romanzo quindi molto pericoloso a tal punto che si prodecette all'arresto pur di evitare una sua pubblicazione. Oggi vorrei proporre al gentile lettore questo romanzo che io lessi adolescente e che sicuramente lo attrarrà per la sua bellezza così come ha conquistato i cuori di milioni di lettori prima di lui.

Oro nero: perchè siamo andati in Libia?


L'oro nero sembra essere diventato il nuovo motivo per cui i "regnanti" di tutte le nazioni decidono di giocare a Risiko. Questa non è una sciocca battuta, anzi è un fondo di verità. Nell'antichità i popoli facevano guerra per motivi demografici (costruire colonie per smistare il surplus popolare) o per motivi economici (ricerca di risorse alimentari o primarie). Quindi ogni guerra che prevedeva la conquista di territori in realtà è sempre stata mossa da interessi puramenti economici e non di prestigio come ci hanno insegnato. La conquista del Nuovo Mondo non è stata mossa ad esempio da motivi religiosi, cioè i re cattolicissimi di Spagna non hanno intrapreso una così lunga e difficile conquista con lo scopo di diffondere il cristianesimo: in realtà, mascherandosi con queste futili motivazioni, hanno realizzato uno dei più grandi bottini della storia dell'umanità. Le enorme ricchezze sono state le molle che hanno spinto intere nazioni a far guerra, a sacrificare uomini, il tutto per permettere ad una stregua minoranza di persone di accaparrarsi il meglio. Queste considerazioni possono sembrare di ispirazione marxista ed è così: come diceva Marx i borghesi fanno guerra spinti dallo loro bramosia di sopravvivere (aggiungo tutti gli uomini, non solo i borghesi) accaparrando sempre maggiori quantità di prodotti. Per cui da ciò potrebbe nascere una visione pessimistica della storia e del futuro: non ci sarà mai pace finchè ci sarà bramosia di ricchezza. Questo però è un punto tutto da chiarire. Ritornando a noi, gli ultimi eventi che ci riguardano da vicino sono gli interventi che la Nato con la partecipazione degli Usa stanno portando avanti contro l'ormai morto (non con sicurezza) regime del Rais Gheddafi. Sappiamo tutti della "Primavera Araba", ossia di queste sommosse che hanno sconquassato gli equilibri dei regimi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente. Alcuni dittatori come in Tunisia e nell'Egitto sono caduti, mentre in altri paesi sono sul punto di decadere. In Siria ad esempio il regime è sul punto di collassare se non farà riforme al più presto, ma esso continua ancora a reprimere le rivolte facendo strage tra i protestanti. Ci sono molti altri casi che qui non cito per questioni di spazio testuale. Le sommosse in Libia sono controllate dai cosiddetti Shabab, ossia i giovani libici, i quali hanno abbracciato il fucile per combattere i servi del Rais. Era chiaro che ci sarebbe stata una strage se Gheddafi avesse ripreso il controllo delle città perse. Gli Shabab insieme al governo provvisorio di Bengasi hanno sempre auspicato un aiuto internazionale per fermare una carneficina. Gli Europei, specialmente la Francia (ma anche il nostro paese) hanno sempre nutrito forti interessi per l'area libica: il motivo è semplice lì si trovano grandissimi giacimenti di petrolio e gas. Esistono trattati per consentire lo sfruttamento di queste risorse, ma il Rais ha sempre chiesto in cambio alti prezzi. Quindi era chiaro che i paesi europei insieme agli Stati Uniti hanno affrofittato del momento di debolezza del Rais per sostenere gli Shaba in questo tentativo di deposizione di un uomo antipatico alle autorità di mezzo mondo. All'Onu la proposta di un intervento "umanitario" non si è fatto attendere: la Francia e l'Inghilterra, con l'appoggio degli Usa, hanno chiesto di intervenire con una No Fly Zone, cioè creare un embargo areo per impedire alle truppe fedili al Rais di attaccare i civili e fare una strage inutile. La richiesta è stata messa ai voti e, nonostante l'opposizione di alcuni paesi, è passata la risoluzione nota come, 1973. E' iniziato l'intervento tra mille polemiche e diatribe tra i paesi partecipanti, specialmente la Francia, che non vuole mollare l'osso per evitare di perdere futuri contratti economici con il futuro governo Libico. Nessuno lo dice chiaramente ma tutti noi, comuni mortali, lo sappiamo che ciò che vogliono questi paesi è il petrolio o meglio l'Oro Nero come oggi viene chiamato. Altre guerre sono state combattute per conquistarlo e non le sto ad elenchera poichè tutti noi le conosciamo. Allora perchè continuamo a parlare di guerra "umanitaria"? Perchè Sarkozy e anche l'Italia non dicono che sono intervenuti perchè avevano forti interessi economici? Aspettiamo lo svolgere delle vicende per vedere se le mie così come le vostre stesse ipotesi siano vere!

Griffin, Simpson, South Park: sitcom o cartoni animati?




La loro ironia così bordenline e la loro carica satirica ha da sempre, cioè dalla loro nascita, contraddistinto le serie animate dei Simpson, Griffin e South Park. Queste vere e proprie sitcom hanno segnato la nostra epoca tanto da divenire delle vere icone che hanno portato alla nascita di un vasto mercato di gadget che frutta ogni anno milioni di dollari. Partiamo dalla prima serie che è approdata nelle televisioni italiane: i Simpson. Nel nostro paese fu la Mediaset a trasmettere per la prima volta nel 1991 la prima serie. Da allora hanno acquisito un notevole successo da entrare di fatto nella nostra cultura che non ha mai annoverato esperienze del genere. Il Moige (Movimento Italiano Genitori) ha duramente attaccato questa sitcom, affermando che i suoi toni troppo eccessivi potrebbero confondere le giovani menti dei bambini. Questo fatto è stato esteso anche alle altre sitcom animate: Griffin e South Park. Il Moige ha molte volte vietato la trasmissione di alcune puntate ritenute troppo "violente" o spesso ha ordinato di censurare alcune scese, stravolgendo di fatto la trama e il significato (di fatto ogni episodio ha un significato) dell'episodio. Queste scelte sono state ampiamente criticate dai numerosi club di fan e anche dalle autorità televisive che hanno visto ridurre il numero degli ascoltatori. Infatti alcune serie animate vengono trasmesse su tv private che vedono incrementati il numero degli ascoltatori nonchè i profitti. Il mio messaggio con questo breve articolo è indirizzato al Moige e alle enti televisive. I Simpson così come i Griffin o South Park sono SITCOM, cioè serie animate in questo caso, riservati ad un pubblico adulto o quanto meno cosciente. Ecco perchè sostengo che tali programmi devono essere trasmessi in seconda serata e non durante l'ora di pranzo per evitare che tali sitcom possano essere viste da un pubblico minorile.

lunedì 28 marzo 2011

Dove è la mia mente?

Dove è la mia mente?


Una forza misteriosa mi solleva
da terra e mi fa allontanare da
tutto.
Cosa sia non lo so.
So solo che mi ha fatto perdere
la testa.
Dove sto andando?
Sto volando senza direzione
e senza senso.
Troppi pensieri mi fanno sentire
male e triste.
Dove è la mia mente?
E' volata via!
Troppi pensieri mi hanno
attanagliato.
Un senso di libertà e di ebbrezza
ha portato via tutte le
preoccupazioni del giorno!
Dove è la mia mente?
Volo nell'immensità dello spazio
e non me ne importa di niente.
Sono arrivato in Paradiso!
Le cupe giornate sono ormai
passate e dimenticate.
Dove è la mia mente?
La vedi chiamarti.
Lasciati trasportare ancora più su!
Terra e acqua non hanno più
distinzione.
Nulla è più come prima.
Un vortice di immagini mi
circonda.
Dove è la mia mente?
Lasciala marcire per favore!

Perchè in questo momento non posso dire di essere Italiano!


Perchè in questo momento non posso dire di essere Italiano? La risposta è semplice: mi vergogno di quello che sta accadendo in Italia e se qualcuno vuole lo ripeto! Si, mi vergogno del fatto che un paese che nella storia delle arti e della scienza ha insegnato molto agli altri popoli adesso si è ridotta ad essere un teatro di burattini. Andiamo però piano e parliamo un poco di quello che mi pare essere la fonte primaria di questo sfacello, ossia la politica. Questa è la garanzia di stabilità del paese: se non funziona a dovere il paese traballa. E quello che sta succedendo in questo momento!
Vi è incorso un dramma teatrale in cui i protagonisti sono una opposizione sterile e incapace di pianificare una campagna elettorale fatta di veri progetti per il paese e non di notizie gossip; un premier miliardario (questa non è una colpa) che invece pensa al bunga bunga piuttosto che governare. L'opposizione capeggiato dal partito di maggioranza, il PD, si aggrappa a sterili e inefficacie campagne di propaganda basate su notizie gossip che secondo le loro """""illustri""""" menti sono il cavallo di Troia contro un uomo, Silvio Berlusconi, che poggia il suo potere sul populismo. Quindi più si intensifica questo martellamento più Berlusconi acquista consensi. E' chiaro che l'elettore medio capisce che un partito come il PD, segnato da continue faide, non propone alternative valide contro progetti politici molto più validi. Invece di "maggiarsi" fra di loro, dovrebbero lavorare ad un piano politico migliore che sia in grado di battere quello propposto dal PDL. Un Utopia secondo me! Per non parlare dei partiti guidati da fuochi di paglia, come il SEL di Nichi Vendola o i partiti di estrema sinistra ancora legati al mito del "comunismo". Invece, cosa ahime allarmnante, prendono sempre più piede i partiti di estrema destra che sfruttano lo scontento del paese per aver consenso e poter un giorno (speriamo mai) riproporre una politica che si rifà direttamente al Duce. Ritornando al SEl, ritengo la sua sostanziale inefficacia visto che Vendola ha smentito la sua aura di onestà con continue accuse di corruzione. Altro partito che si oppone al berlusconismo (anche io acceso oppositore, ma ne parlerò un'altra volta) è l'IDV del molisano Antonio Di Pietro che più che un politco e un ex magistrato sembra un contadino delle campagne molisane per la vacuità dei suoi attachi parlamentari che non fanno altro che aumentari i consensi per il Berlusca. Molti potrebbero pensare che abbia cambiato schieramento: da sinistra a destra, ma non è vero. Sono solo obbiettivo e per questo motivo che mi vergogno di essere Italiano perchè in passato la sinistra italiana era una delle più forti e grandi in Europa. Un altro gravissimo difetto è la sua scarsa propensione a collaborare. Invece di attacchare, mettetevi al tavolo cercate di collaborare per modificare la legge, che diavolo! Di fronte a questa scena disarmante vi è una destra liberare, centrista specialmente che si incentra intorno alla figura di Silvio Berlusconi. Gode non solo dell'appoggio dei grandi industriali, ma anche della Chiesa Cattolica per ovvie motivazioni economiche nonchè il popolo italiano. La sua figura induce sicurezza, simpatia e capacità, quindi una figura costruita a tavolina per invogliare l'italiano medio a votare per lui. Basta conoscere il punto debole degli uomini per vincere: la stessa strategia di Hitler, ma meno malvagia. Dopo il caso Tangendopoli ecco che sulla scena politica si affacciò questo uomo che fin da subito convinse gli italiani perchè si mostrava affabile e capace: insomma una figura "pulita" dopo lo squallore di tangendopoli.
Finiamo questo breve discorso sulla politca sui partiti di estrema destra che da quello che osservo prendeno sempre più piede sfruttsndo il malcontento dei cittadini. Spero che non ritorni il Fascismo.
Lasciamo la politica per passare ad un altro ambito: quello sociale e culturale.
La cultura italiana annovera grandissime figure che non sto a ricordare ed ha insegnato molto su come fare arte. L'Italia possiede una grande di monumenti e opere d'arte, anzi la penisola stessa è un gioiello dell'arte! L' Unesco ha riconosciuto questa bellezza che è apprezzata in tutto il mondo. E noi cosa facciamo? Lasciamo tutto al suo destino, lasciasmo che intere città antiche (Pompei), che hanno resistito a catastrofi naturali, crollino a causa della negligenza umana! Oppure lasciamo le sovraintendenze ai beno culturali privi di fondi per mantenere in sicurezza questi monumenti! Ecco perchè non posso dire di sentirmi Italiano! Mi potete attaccare in mille modi, ma io mi vergogno di far parte di una nazione che non è cosciente di se stessa, ma si lascia decadere.

Kerouac!


Jack Kerouac ha accompagnato la mia adolescienza da qundo quel fatidico giorno di settembre decisi di leggere un libro che molti avevano dimenticato o catalogato come "eversivo", Sulla Strada. Il susseguirsi delle pagine e dei capitoli costituiva un vero e proprio viaggio che ti catapultava nel contesto sociale di Kerouac e dei suoi amici (Neal Cassady in primis) e soprattuto ti faceva rivivere le esperienze di quel folle scrittore americano degli anni 60. Sia ben chiaro che io non assumo ne droga ne corro come un pazzo su una macchina, ma le emozioni che questi gesti creavano hanno avuto grande attrattiva su di me. La Rout 66 costituiva per me un viaggio verso la libertà sconfinata, verso il rifiuto del sistema, verso il rigetto di tutti i canoni che mi erano stati inculcati (per esempio durante le lezioni di italiano leggevo Kerouac e rifiutavo di seguire la lezione su Leopardi) . Esso era diventato un mito che ad ogni costo volevo raggiungere. Le corse su questa scriscia di terra nera tra i deserti e i monti e le vallate americane; la musica sfrenata di quegli anni; le visioni "mistiche" dopo l'assunzione di droghe ti facevano catapultare in un mondo folle e ricco di vitalità. La Strada veniva personificata (da scout posso ribadire ciò) perchè diventava la maestra che ti insegna a vivere con tutte le difficoltà a cementificare con gli altri per vincere la sofferenza e la solitudine che attanaglia l'uomo. Ti fa conoscere che oltre l'apparenza materiale c'è qualcosa che unisce tutti noi e ci fonde con la Natura. Corse, risse, droghe, musica sfrenata, furti (da non prendere come esempio), ma anche amicizia, amore, solidarietà e pace costituiscono il mix originale e vitale di un cult degli anni 60 che purtroppo pochi conoscono e che secondo me andrebbe riscoperto non come un libro adolescenziale, ma piuttosto come un classico della letteratura moderna che oltre alle sue pieghe "hippy" costituisce un documento sociale di quegli anni vissuti con ansietà e terrore, ma questo è un altro discorso.

Iniziamo!

Salve,
sono un nuovo utente di questo sito di blogger! Ho deciso di intraprendere questa attività con l'intento di divulgere le mie idee ritenendo internet, il più importante portale di accesso alla cultura e in generale al mondo intero. Spero che sarò esaustivo e interessante con i miei articoli e con i miei pensieri nonchè con le mie "recensioni" di film, libri e chi ne ha più ne metta.

Iniziamo quindi!